Per lutto possiamo intendere un processo di elaborazione mentale, che ha come scopo l’accettazione della perdita di una persona cara, o la perdita di una parte di noi stessi, la fine di un periodo di vita, ecc…
Il lutto è una delle dinamiche mentali più dure da vivere, perchè esso ci costringe a pensare alla Morte e la Solitudine, attraverso la perdita di un qualcosa o di qualcuno che non tornerà più. In tal senso il lutto è difficile da accettare proprio perché è irreversibile, ciò che viene perso non può più tornare, cosa che ci può gettare anche in una profonda disperazione, soprattutto quando ad andarsene è una persona per noi molto cara, senza la quale è difficile, soprattutto all’inizio, immaginare la propria vita. Questo periodo, che a seconda delle situazioni può durare da qualche mese fino a più di un anno, porta la persona ad isolarsi maggiormente dal proprio contesto, avere meno voglia di lavorare ed intraprendere attività, ripensare a ciò che si è perso, in balia di emozioni forti come la rabbia, la tristezza, l’incredulità e la paura per il futuro, a volte difficile da immaginare, soprattutto nel qui ed ora della perdita.
![Varanasi_cremation[1] Varanasi, Manikarnika Ghat. Il Ghat, che possiamo considerare come una specie di "molo" sul fiume, è il luogo sacro nel quale vengono fatte le abluzioni rituali e bruciati i corpi. Il Manikarnika Ghat di Varanasi è il luogo dove vengono cremati i defunti, in mezzo al rumore di chi spacca e prepara la legna per i roghi, le campane e i canti sacri dei templi di Shiva, il via vai continuo delle persone. A rendere ancor più suggestivo e funereo il luogo è il colore dei palazzi, anneriti dai fumi dei roghi e circondati dagli indiani che bevono il the, discutono ed osservano la scena. Su tutto ciò regna un clima surreale dove la morte viene vissuta (almeno dalla popolazione locale) come un evento naturale e da vivere con serenità.](https://garaupsypd.files.wordpress.com/2018/09/varanasi_cremation1.jpg?w=344&h=232)
![Etruschi-Sarcofago-degli-sposi[1] Sarcofago degli Sposi, Roma, Museo di Villa Giulia. Nonostante il passare del tempo, questo sarcofago etrusco continua a colpire per la serenità con la quale la giovane coppia sembra affrontare la nuova vita. Gli Etruschi vivevano il momento del trapasso con maggior serenità e "letizia" il momento del trapasso, come testimoniano i molti affreschi e sculture delle loro necropoli.](https://garaupsypd.files.wordpress.com/2018/09/etruschi-sarcofago-degli-sposi1.jpg?w=344&h=215)
![el-greco[1] La Sepoltura del Conte di Orgaz, 1586, quadro di Domenico El Greco, Chiesa del Santo Tomé, Toledo. In questo quadro si vede il corpo del conte sulla parte bassa del dipinto, con un angelo che accompagna l'anima del defunto verso la parte superiore del dipinto, ossia il Paradiso, dove vi è Cristo, la Madonna e San Giovanni Evangelista. La parte mediana del quadro è il confine fra il Mondo terreno e l'Aldilà, con l'anima che passa attraverso un varco fra le nuvole (rappresentazione allegorica della nuova nascita nella vita ultraterrena)](https://garaupsypd.files.wordpress.com/2018/09/el-greco1.jpg?w=368&h=451)
![wien-augustiner-kirche-antonio-canova-tomb-for-archduchess-maria-christina-2[1] Monumento funebre a Maria Cristina d'Austria, opera scultorea di Antonio Canova, custodita all'interno dell'Augustinerkirche di Vienna, 1798-1805. La forma della Piramide rapprensenta la perfezione geometrica ma anche la Morte, mentre l'angelo che sorregge il medaglione che raffigura la defunta impersonifica la Felicità.](https://garaupsypd.files.wordpress.com/2018/09/wien-augustiner-kirche-antonio-canova-tomb-for-archduchess-maria-christina-21.jpg?w=377&h=251)
Secondo Elisabeth Klüber Ross, il lavoro del lutto prevede 5 fasi, da lei elaborate negli anni 70′: la prima fase è quella dell’incredulità, dove la notizia della perdita viene negata, non ci si crede, essa sembra essere troppo assurda per essere vera, non può proprio essere così. In caso di gravi lutti uniti a significative psicopatologie alcune persone possono rimanere in questa fase, a causa di una forte resistenza ad accettare la realtà del Mondo esterno.
La seconda fase invece è quella della rabbia e della disperazione, la persona che subisce il lutto attraversa cioè una fase di profonda arrabbiatura per quel che è successo, sentendosi inconsciamente arrabbiata con la vita, o anche con la persona che se ne è andata e che ci ha condannato al vissuto della solitudine. La domanda tipica di questa fase è “Perché proprio a me?”, questo momento è quello più intenso e delicato, dove ci può essere il massimo del ritiro e del bisogno di stare da soli.
La terza fase è quella della contrattazione, nel senso che in questa fase la persona riacquista la capacità di pensare e di immaginare la vita senza l’oggetto perduto, la mente quindi riprende a pensare e prendere in considerazione il cambiamento, la possibilità di una nuova vita, con nuove relazioni, equilibri e routine in grado di riassestare la quotidianità priva dell’oggetto perduto.
La quarta fase del lutto è quella della depressione, dove si arriva a prendere consapevolezza di quel che è successo, dell’irreversibilità dell’accaduto e le sue conseguenze. La quinta infine è l’accettazione, intesa come la capacità di accettare la perdita subita e ricucire il buco creatosi.