![vangogh[1] Vincent Van Gogh (1853-1890). L'artista olandese è entrato nella storia anche per l'aver incarnato il mito dell'artista lunatico e sofferente. Nel biennio passato ad Arles, nel sud della Francia, dal 1888 al 1889, realizzò oltre 200 dipinti ad altre cento opere fra bozzetti e acquerelli. La sua fama pittorica è legata proprio a questo periodo di eccitazione legato ad uno "stato febbrile", a cui però seguì un forte peggioramento del suo stato psico-fisico, fino alla morte nell'estate del 1890.](https://garaupsypd.files.wordpress.com/2018/09/vangogh1.jpg?w=352&h=202)

Molto spesso si sente parlare di Disturbo bipolare, che attualmente sembra essere una diagnosi sempre più frequente anche nei servizi, sebbene non sempre usata in maniera pertinente; ma cosa si intende con questo termine?
Per disturbo bipolare si può intendere una disturbo dell’umore (e quindi dello stato emotivo) dove la persona alterna momenti di grande euforia, entusiasmo ed energia (fase maniacale) a momenti in cui invece tutto diventa molto rallentato, triste e vuoto (fase depressiva). Sebbene ognuno di noi abbia delle oscillazioni nel proprio umore (oscillazioni o verso l’alto o verso il basso), nel caso del disturbo bipolare queste 2 fasi sono molto pronunciate e forti, arrivando a compromettere la vita del soggetto. Nella fase maniacale la persona ha un sentimento di sé grandioso, un’autostima molto grande ed elevata. Il bisogno di dormire diminuisce, si è pieni di energia e si tende a parlare più del solito. Tutta la vita del soggetto sembra avere dei ritmi molto più veloci e frenetici, gli stessi pensieri scorrono veloci, fuggono rapidamente, anche la capacità di concentrarsi diminuisce, la mente viene assorbita facilmente dagli stimoli esterni.
Il disturbo bipolare: le sue oscillazioni e le cause
Nella fase maniacale si ha un aumento delle attività sociali o lavorative, si fanno grandi investimenti, si compra vestiti o altre merci con grande facilità, si tende a fare sport in maniera eccessiva, senza però sentire la stanchezza. È come se la persona diventasse un treno sempre più veloce e fuori controllo, fino a quando la situazione crolla, e la persona cade in una fase depressiva, con sentimenti di stanchezza, vuoto, tristezza e fallimento.
Si perde improvvisamente gli interessi che prima assorbivano tanto il soggetto, i ritmi di vita e le attività subiscono un forte calo, c’è un sentimento di stanchezza, non si vuole aver a che fare con gli altri, l’autostima improvvisamente crolla, si pensa di non valer più niente. Attualmente le ricerche sul disturbo bipolare tendono ad attribuire una certa importanza ai fattori genetici, per quanto le cause siano da ricercare in un insieme di condizioni genetiche, biologiche, sociali e familiari. Ridurre il disturbo bipolare ad una condizione genetica rischia di essere molto rischioso a livello terapeutico. Per quel che riguarda la terapia il disturbo bipolare può aver bisogno di un sostegno farmacologico, ossia degli stabilizzatori dell’umore. Gli stabilizzatori dell’umore sono dei farmaci in grado di ridurre i picchi dell’umore (sia verso l’alto che verso il basso), condizione che permette successivamente di intervenire anche con una psicoterapia